Padova. Domenica 10 ottobre. Ore 10.30. Ospedale Civile. Dipartimento di pediatria. Secondo Piano. Stanza 13. Entro. Tre letti, due vuoti. Nel letto di mezzo, una giovane madre, forse neanche trentenne, stringe al seno la sua creatura di pochi mesi. Mi presento. Le chiedo il suo nome. “Chiara” risponde. Mi guarda perplessa. Le spiego: “sto facendo il giro dei reparti per visitare i malati e portare l’eucarestia”. Mi fissa e tagliente replica “No! è tanto che non mi confesso…” e continua a guardarmi gelida.
C’è chi ti ferma: «Padre… mio marito sta per morire… perché doveva succedere a noi, con tutta la gente cattiva che c’è?». E allora ti fermi ad ascoltare e accogliere il dolore di chi hai davanti… è una gran fatica, specie perché ti mette alla prova: dov’è il Dio, Padre buono, in cui credo? Poche parole, una preghiera insieme. Poi avanti…