Lungo tutto il Testamento Francesco sembra cercare le tracce del Dio che si è fatto piccolo: gli ultimi (lebbroso), la povertà della chiesa, i sacerdoti spesso inadeguati e il segno fragile del pane eucaristico, in cui la presenza di Dio si nasconde e si rivela. Se Dio fa così, anche noi dobbiamo fare così, sembra dire Francesco, e così sceglie per sé e per i suoi la minorità, l’essere obbedienti… Continua
Prima ancora che Dante ce la descrivesse così, già lo sapevamo che la vita, in particolar modo la vita spirituale, è tutta un salire e un scendere. Se non mancano i monti da scalare: la prima di tutte le montagne sacre, l’Oreb (Es 19,3), ma anche il Tabor della Trasfigurazione (Mt 17,1-8), o una delle tante montagne dove Gesù si ritirava di notte a pregare (Lc 6,12), per non parlare… Continua
Il riferimento ai sacerdoti può sembrare fuori luogo, in un testo che fa della povertà il centro del mistero di Dio e dell’esperienza di fede. I sacerdoti infatti nella chiesa sono posti a capo, vengono onorati, considerati, spesso ricoprono posizioni privilegiate e viene loro riconosciuta una significativa rilevanza anche a livello sociale. Perché allora Francesco si dedica così a lungo a parlare di loro in un testo che fa di… Continua
Ce ne sono tante nella Sacra Scrittura, mentre le Fonti Francescane né citano solo una di prostituta. Il mestiere più vecchio del mondo, di volta in volta demonizzato (pubblicamente), romanticizzato (artisticamente: l’indimenticabile Bocca di rosa di De Andrè), assai tollerato (praticamente). È un dato di fatto che non esisterebbero prostitute, spesso vere e proprie schiave del sesso, se non ci fossero loschi papponi e frustrati clienti. Però le prime vengono… Continua
Hanno sempre esercitato un fascino in me le parole che Chiara d’Assisi, poco prima della morte, rivolge alla sua anima: in esse sembra di cogliere quasi un punto prospettico dal quale scrutare l’intera sua esistenza, là dove ella raggiunge la lucida consapevolezza di se stessa nel grembo di Dio. Inattesa – ci si aspetterebbe forse una preghiera, un’invocazione al Signore – è, nell’imminenza del trapasso, un’esortazione alla propria anima che… Continua
Mano a mano che diventiamo grandi, ci viene spesso intimato di “non urlare!”. Ma intanto è proprio con un urlo, e a squarciagola, che entriamo nel mondo. Noi riferiamo l’atto di urlare soprattutto a spaventi o comunque a momenti di paura e angoscia. Ma in realtà con un urlo liberiamo anche la nostra gioia incontenibile o manifestiamo il nostro stupore. Con un urlo richiamiamo l’attenzione degli altri, in una situazione… Continua
Dopo aver ricordato l’abbraccio con il lebbroso e come questo avesse determinato la propria conversione nei gusti e nella vita, Francesco passa a raccontare come Dio gli abbia messo nel cuore una fede profonda per la chiesa. Diversi sono gli elementi che nomina di questa fede, ma il primo è proprio il luogo fisico delle chiese, nelle quali entrava e pregava, adorando e benedicendo il Signore Gesù perché con la… Continua
Dopo un periodo di forzato riposo, sperando invano di ritemprare il suo corpo infermo, sebbene impedito nel camminare, Francesco volle comunque intraprendere una nuova missione apostolica, muovendosi, questa volta, dentro il perimetro Umbro ed in parte nelle Marche. Purtroppo, però, nonostante in groppa ad un asinello ed aiutato dai suoi confratelli, erano quelle pellegrinazioni delle dolorosissime stazioni della Via Crucis, dalle quali dovette ben presto desistere. Era ormai preda dei… Continua
È uno dei titoli di cui il Signore fregia l’uomo giusto, colui che è coerente tra valori proclamati e vita concreta, tra riti e comportamenti, colui che non confonde lucciole con lanterne, e nella fattispecie digiuno con carità: «riparatore di brecce e restauratore di strade» (Is 58,12). Non è cioè semplicemente giusto secondo una certa norma di condotta o al fine di guadagnarsi personalmente il paradiso. Ma con il suo… Continua
In questo mese di maggio ci aiuta meditare sullo sguardo di Francesco e Chiara d’Assisi a Maria. Entrambi attenti e stupiti dall’umanità in lei così toccata, incisa, come da «spada a doppio taglio» (Eb 4,12), dal divino, ce la rendono familiare, vicina, donna pellegrina e itinerante con noi. Francesco la contempla, nel Saluto a lei dedicato, quale dimora di Dio, «palazzo… tabernacolo… casa» , ma anche suo «vestimento» e «ancella»… Continua