La croce della sequela
Sabato V Settimana di Pasqua
At 16,1-10 Sal 99 Gv 15, 18-21
Il Vangelo di oggi ci porta alla verità di cosa significa seguire il Signore. Noi vorremmo seguirlo solo nella gioia, nella pace. Gesù nei giorni scorsi diverse volte ci ha parlato del dono della sua pace. Ma è una pace da custodire nel cuore, una pace di cui i discepoli avevano bisogno per fortificarsi in Lui con la sua presenza. Quando i discepoli saranno saldi in Lui avranno la forza di annunciarlo, anche quando l’annuncio costerà il martirio, come il Signore ci dice oggi con la sua parola:«hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». La forza della sua presenza farà cantare i discepoli anche quando saranno torturati. Forse a noi non è chiesto un martirio cruento, ma quel sacrificio di annunciare la sua Parola nei modi, tempi e luoghi che piacciano a Dio e che a volte a noi non piacciono. Il sacrificio del dono quotidiano, dell’incomprensione, della non accettazione, della fatica nel collaborare anche nelle nostre chiese: quella croce da portare e affrontare per amore del Vangelo, perché la nostra vita sia sempre più conforme alla sua.
Signore Gesù, insegnaci a sacrificarci per amore della tua Parola.
Dalla Regola non bollata [FF 45] E tutti i frati, dovunque sono, si ricordino che hanno donato se stessi e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, poiché dice il Signore: «colui che perderà l’anima sua per me, la salverà per la vita eterna».
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