Francesco, buon pastore…
Persino prevedibilissimo che a san Francesco, camminatore sulle orme del Signore, prima o poi venisse riconosciuta una somiglianza anche al buon e bel pastore di Gv 10,11! «Siccome il nostro Signore Gesù Cristo dice nell’Evangelio: Io conosco le mie pecorelle ed elleno conoscono me, ecc.; così il beato padre santo Francesco, come buono pastore, tutti li meriti e le virtù delli suoi compagni, per divina rivelazione sapea, e così conoscea i loro difetti; per la qual cosa egli sapea a tutti provvedere d’ottimo rimedio, cioè umiliando li superbi, esaltando gli umili, vituperando li vizi e laudando le virtù, siccome si legge nelle mirabili rivelazioni le quali egli avea di quella sua famiglia primitiva» (Fior 31: FF 1865). Del resto, che questa fosse un’immagine fondamentale, è Francesco stesso ad affermarlo, citandola più volte (cf. Rnb 22,32: FF 61; 1Lf I,14: FF 178/3).
Ma la sua rilettura più responsabilizzante per noi è nella Ammonizione 6: La sequela del Signore: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere, e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il raccontarle e predicarle» (FF 155).
Acciocché fosse chiaro a tutti di che sequela si stia parlando…
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