Questo pane ti nutrirà
Giovedì III Settimana di Pasqua
At 8,26-40 Sal 65 Gv 6,44-51
Gesù oggi ci assicura che c’è una vita che non sarà toccata dalla morte, che non sarà corrotta.
La manna, che gli israeliti hanno mangiato durante il cammino nel deserto, ha garantito la sussistenza, mantenendo in loro la vita biologica, ma non ha comunicato loro la vita eterna: infatti sono morti. “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” dice Gesù ai discepoli: la carne, nel linguaggio semitico, è la persona con la sua fragile condizione di corruttibilità, destinata alla morte. Se nella nostra vita accogliamo il Signore Gesù, il Figlio di Dio, che per amore si è fatto carne, che per salvarci ha assunto la nostra debolezza e ha donato tutto se stesso, allora diveniamo ricchi della sua vita divina e ci è donata la vita che non muore mai più.
“Pane vivo, fa’ ch’io gusti quanto è soave di te vivere, in te sperare”.
Dalla Regola non Bollata [FF 69]
Tutti amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le forze, con tutto lo slancio, tutto l’affetto, tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri e la volontà il Signore Iddio, il quale a tutti noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima e tutta la vita; che ci ha creati, redenti, e ci salverà per sua sola misericordia; Lui che ogni bene fece e fa a noi miserevoli e miseri, putridi e fetidi, ingrati e cattivi.
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