Pane di Vita
Martedì III Settimana di Pasqua
At 7,51-8,1 Sal 30 Gv 6,30-35
Dio ci dà l’intelligenza per capire i segni e la volontà e vivere di conseguenza. Infatti, siamo chiamati a vivere la realtà che i segni significano, dono che il Signore ci ha lasciato e ci lascia continuamente, e che ci prepariamo a vivere liberamente e responsabilmente.
Nel segno del pane c’è tutta la storia di Gesù, c’è tutta la sua vita offerta, e noi, che lo amiamo, siamo chiamati a vivere di questo. Questo Pane dà la vita al mondo, e l’hanno ben capito i discepoli che gli dicono: “Signore, dacci sempre questo pane!”; con questa richiesta cominciano a dare forma al loro desiderio di vita piena!
E il Signore è pronto a rispondere: “Io sono il pane della vita”.
Il Signore comunica il suo amore e, per noi che mangiamo di Lui, diventa nostra vita e insegna ad amarci con lo stesso amore con cui ci ha amati.
Signore Gesù, la nostra vita si sazi solo di Te!
Dalla vita seconda di Tommaso da Celano [FF 808]
Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto a ciascuno. Volle anche il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il Vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia: Prima della festa di Pasqua ecc. Si ricordava in quel momento della santissima cena, che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli per l’ultima volta, e fece tutto questo appunto a veneranda memoria di quella cena e per mostrare quanta tenerezza di amore portasse ai frati.
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