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Venerdì dopo le Ceneri
Is 58,1-9 Sal 50 Mt 9,14-15
Quante volte cominciamo con entusiasmo una relazione, un’attività… raggiungiamo soddisfazioni, ma ad un certo punto ci fermiamo, accontentandoci. È il momento di ogni relazione nel quale non c’è più solo la gioia di incontrare qualcuno, né di essere così come si è: piuttosto è il momento nel quale andare oltre significa cambiare, significa crescere nell’amare. Quante volte chiamiamo “compiuto” ciò che non lo era. Una tappa diviene la fine del viaggio.
Anche nella fede può capitare: “mi cercano ogni giorno” dice Isaia. Abbiamo la Sua presenza nell’Eucaristia, la Sua Parola, il Suo Perdono… Lo Sposo è con noi! Eppure può esserci capitato di dare per scontata la Sua Presenza, di divenire abitudinari nella preghiera, impermeabili alla Parola.
Quando si ferma la nostra ricerca e ci accontentiamo del tratto di strada che abbiamo percorso, anche la fede si blocca, incompiuta, impedendoci di conoscere realmente e più pienamente lo Sposo. Anche in questo caso è probabilmente accaduto che ci siamo resi conto che dovevamo cambiare, convertirci, rispondere con una nuova carità alla misericordia che ci viene donata. C’è un “di più” che lo Sposo ci vuole donare e ci chiede… Non è a caso, allora, che la chiesa, come una madre, ci invita a riflettere sul digiuno.
Aiutaci a non cedere alle suggestioni del male, rendici intrepidi e conservaci nella gioia intima della tua presenza.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 336]
Nel digiuno e nel pianto invocava la clemenza del Salvatore e, diffidando di se stesso, poneva tutta la sua fiducia in Dio.
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