Usa la debolezza!
Venerdì, III Settimana Tempo ordinario
2Tm 1,1-8 Sal 95 Lc 10,1-9
Santi Timoteo e Tito
La pagina del vangelo di oggi ci è molto cara perché è una parola che ha segnato la vita di san Francesco e ci invita a riscoprire la bellezza di essere piccoli e fragili, come agnelli senza null’altro.
Di fronte a questa pagina evangelica ci sono poche scuse che si possono usare. Ci viene detto: “Vai senza niente! Vai e basta! E racconta la bontà di Dio. Nient’altro. Fai gesti normali che dicano solo questo”. Poi, se il Signore deciderà di fare miracoli o altro, non può essere preoccupazione nostra. Capiamo, allora, che dentro questa pagina c’è un invito vero, autentico, profondo ad assumere l’annuncio del Vangelo nella nostra fragilità, senza avere paura. Anche se non riusciremo a dire niente o a fare niente, ma metteremo i nostri piedi nelle orme della povertà evangelica, la nostra vita si trasformerà in un seme che darà frutti a suo tempo.
Padre buono, aumenta la mia fede in te, che vuoi manifestare la tua forza nella mia debolezza.
Dalla Leggenda dei tre compagni [FF 1431-1432]
[…] Ad ogni apertura del libro, Francesco rendeva grazie a Dio, che approvava l’ideale da lui lungamente vagheggiato. Alla terza conferma che gli fu mostrata, disse a Bernardo e Pietro: “Fratelli, ecco la vita e la regola nostra, e di tutti quelli che vorranno unirsi a noi. Andate dunque e fate quanto avete udito. Andò messer Bernardo, che era assai ricco, e vendette ogni suo avere, ricavandone molto denaro, che distribuì interamente ai poveri della città. Anche Pietro eseguì il consiglio divino come gli fu possibile. Privatisi di tutto, entrambi indossarono l’abito che il Santo aveva preso poco innanzi, dopo aver lasciato quello di eremita. E da quell’ora, vissero con lui secondo la forma del santo Vangelo, come il Signore aveva indicato loro. E così Francesco poté scrivere nel suo Testamento: “Il Signore stesso mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo”.
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