Domenica 11 marzo 2018, IVª DOMENICA DI QUARESIMA
Dal Vangelo
Giovanni 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Dalle Fonti
Ufficio della Passione del Signore: FF 280 (1-10)
Signore, ti ho raccontato la mia vita: e tu hai preso le mie lacrime e le hai poste davanti a te (Sal 55,9). I miei nemici si sono uniti per perdermi (Sal 70,10): hanno risposto col male al bene, con l’odio all’amore (Sal 108,5). Invece di amarmi, dicevano ogni male di me: ma io pregavo (Sal 108,4). Mio Padre santo, che sei Re del cielo e della terra, non allontanarti da me: il tempo della tribolazione è prossimo, e non c’è chi mi aiuti (Gv 17,11; Mt 11,25; Sal 21,12). Ma se io ti avrò invocato fuggiranno i miei nemici: ecco, io so bene che tu sei il mio Dio (Sal 55,10). Si sono fermati lontano da me anche i miei amici e i miei intimi (Sal 37,12): tu hai permesso che rimanessero lontani, ed essi si vergognarono di me. Fui consegnato ai miei nemici, né da essi mi liberai (Sal 87,9). Padre santo, non allontanare da me il tuo aiuto: Dio mio, guarda e vieni in mio soccorso (Sal 21,20). Vieni in mio soccorso, Dio della mia salvezza (Sal 37,23).
Alla vita
Il brano del vangelo ci trasmette il modo di esistere di Dio. E il modo di esistere di Dio è relazionale, comunionale. Gesù non è una persona isolata, è inviato dal Padre per la nostra salvezza e vita. Quindi nessuno di noi è più un individuo isolato e chiuso nelle tenebre della propria individualità, ma “fa parte di”. Nel credere in Gesù e nel nutrirsi di Lui, attingiamo al modo di esistere di Dio che è relazione e anche noi diventiamo capaci di comunione e possiamo compiere opere luminose. La persona di Cristo è l’artista delle relazioni, è l’artista della comunione. Questa è la luce: accogliere l’amore del Padre e rivelarlo.
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