sguardi francescani – sguardi giovani – sguardi nuovi#5 Al parco
Beati invece i vostri occhi perché vedono! [Mt 13,16]
Lo sguardo di Francesco sul mondo è sempre semplicemente “poetico”;
sembra umilmente rifare il reale,
come un bambino quando dà il primo nome alle cose.
Francesco inventa la poesia come nuova «lingua dei fratelli».
[BB Francescana, pag. 23]
⇦ Vai a Sguardi #4 – Vai a Sguardi #6 ⇨
Un due, un due, un due… Le gambe oggi vanno che è un piacere.
Sento il sudore che mi scende lungo la schiena e rinfresca
in questo settembre afoso che pare ancora agosto.
Corre ogni giorno alle 5, nel mezzo del pomeriggio.
È un rito. Lungo lo stesso parco, della stessa città;
lungo lo stesso percorso, fra le stesse panchine, e gli stessi alberi,
fra i fiori quando è primavera,
fra lo scricchiolio delle foglie secche quando è autunno.
Cerco nella testa di ripassare tutti quei nomi di amminoacidi
per l’esame di chimica organica,
ma la bellezza della gente che anche oggi incrocio mi continua a distrarre.
La maggior parte ormai la conosco come il ritmo del mio respiro,
come quel dolorino alla caviglia destra, che spunta ogni volta alla curva del laghetto.
«“Si conoscono solo le cose che si addomesticano”, disse la volpe.
“Bisogna essere molto pazienti. In principio tu ti siederai un po’ lontano da me,
così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino”» [Il Piccolo Principe].
Io non mi siedo vicino, ma passo accanto. Senza parole,
solo nell’aria che si muove, nei profumi di un parco,
nel respiro affannato dallo sforzo.
Sguardi quasi furtivi, con la coda dell’occhio, senza dire nulla.
Così ci si addomestica.
Là c’è Gianni, sulla sua panchina, con il suo giornale,
e la custodia degli occhiali da lettura poggiata sulla coscia.
Oggi è serio, la fronte corrucciata: la politica lo fa arrabbiare da anni,
insoddisfazione e sofferenza per questa povera Italia…
E adesso finalmente incrocio lei. Oggi ha la maglietta gialla,
e l’immancabile elastico abbinato per fermare la coda dei capelli,
che ondeggia al ritmo della sua corsa, nervosa e aritmica, come ogni giorno.
“Sapessi quanto parlo al Signore di te. Quanto vorrei sapere cosa ti angustia tanto”.
Anche oggi però, quando ci incrociamo, mi regala il suo sorriso tirato,
a mezza bocca. Benedetto il giorno che lo vedrò intero…
Eccomi nella piazzola della fontanella. Mi fermo per lo stretching.
Nel prato accanto c’è anche oggi, come tutti i martedì e giovedì,
Valentina, con i bimbi del suo palazzo. Li fa giocare con una dolcezza,
che non avevo mai scorto nei gesti di nessuno finora. Li ama come suoi.
All’improvviso un ragazzo sbuca dal vialetto di fronte.
Corre anche lui: corpo e abbigliamento da professionista.
Passando lì accanto scansa i bambini, con uno scatto infastidito,
accelera e scompare dietro la siepe.
Sono sorpreso: questo intruso fra noi (così famigliari senza esserci mai parlati)
mi rimette in contatto con il mondo che vive oltre questo parco.
Oggi c’è posto anche per lui fra noi, pure per il suo fastidio.
«Le stelle solo belle per un fiore che non si vede…
Ciò che abbellisce il deserto
è che nasconde un pozzo in qualche luogo…» [Il Piccolo Principe].
Dietro il suo fastidio, un pozzo.
Dietro il gioco di quel bimbo, nel mezzo del vialetto, un fiore.
Dietro lo sguardo vigile di Valentina su di lui, una stella che ride.
«Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse.
Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha…
Quando tu guarderai il cielo, la notte,
visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse,
allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero.
Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!» [Il Piccolo Principe].
Benedetto sii Tu, Signore, che ridi nascosto dentro ogni creatura,
che ci dai occhi per scorgerti, e ridere con Te.
«Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi! Guardate:
i campi già biondeggiano per la mietitura!» [Gv 4,35].
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.