Domenica 5 febbraio 2017, Vª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 5, 13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore VIII,1: FF 1134
La vera pietà, che, come dice l’Apostolo, è utile a tutto (1Tm 4,8) aveva riempito il cuore di Francesco, compenetrandolo così intimamente da sembrare che dominasse totalmente la personalità di quell’uomo di Dio. La pietà lo elevava a Dio per mezzo della devozione, lo trasformava in Cristo per mezzo della compassione, lo faceva ripiegare verso il prossimo per mezzo della condiscendenza e, riconciliandolo con tutte le creature, lo riportava allo stato di innocenza primitiva. Per essa sentiva grandissima attrazione verso le creature, ma in modo particolare verso le anime, redente dal sangue prezioso di Cristo Gesù; e, quando le vedeva inquinate dalle brutture del peccato, le compiangeva con una commiserazione così tenera che ogni giorno, le partoriva, come una madre, in Cristo.
Alla vita
Francesco appare ai suoi contemporanei totalmente compenetrato della vera pietà; tutta la sua personalità risplende di questa luce: ogni suo tratto, ogni sua azione, ogni suo sentimento ed emozione rimandano a questa sua realtà che lo trasformava passo passo in una immagine quanto mai perfetta del Cristo. Tutto questo non è per Francesco un esercizio di virtù, uno sforzo ascetico di dominazione dei propri istinti e passioni, non è frutto di astratte spiritualizzazioni, non è il risultato di un cinico disprezzo del mondo; è l’effetto, la naturale conseguenza del suo trasporto amoroso, del suo innamoramento passionale, del suo ardente desiderio verso il Cristo, povero e crocifisso. Tutto in Francesco è teso a Lui, è orientato a Lui, è finalizzato a Lui. nel santo di Assisi non c’è un freno a mano tirato, ma un pedale dell’accelerazione totalmente a tavoletta. Ecco il sale che si assapora contemplando la sua vicenda, ecco la luce dalla quale si è abbagliati conoscendo la sua storia e la sua vita: un uomo cha ha amato il Cristo con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta l’anima e poi con tutti i pensieri, con tutte le emozioni, con tutti i desideri, con tutte le passioni, con tutto il corpo, come lui stesso raccomanda di fare ai suoi frati nel capitolo 23 della Regola non Bollata.
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