Domenica 16 ottobre 2016, XXIXª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 18, 1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore II, 8: FF 1050
È questo il luogo, nel quale san Francesco, guidato dalla divina rivelazione, diede inizio all’Ordine dei frati minori. Proprio per disposizione della Provvidenza divina, che lo dirigeva in ogni cosa, il servo di Cristo aveva restaurato materialmente tre chiese, prima di fondare l’Ordine e di darsi alla predicazione del Vangelo. In tal modo non solamente egli aveva realizzato un armonioso progresso spirituale, elevandosi dalle realtà sensibili a quelle intelligibili, dalle minori alle maggiori; ma aveva anche, con un’opera tangibile, mostrato e prefigurato simbolicamente la sua missione futura. Infatti, così come furono riparati i tre edifici, sotto la guida di quest’uomo santo si sarebbe rinnovata la Chiesa in tre modi: secondo la forma di vita, secondo la Regola e secondo la dottrina di Cristo da lui proposte – e avrebbe celebrato i suoi trionfi una triplice milizia di eletti. E noi ora costatiamo che così è avvenuto.
Alla vita
La pagina del Vangelo chiude con una domanda inquietante. Certo la libertà del cuore umano può sbarrare le sue porte all’amore di Dio, ma può avvenire che più nessuno si apra al dono della fede? L’interrogativo è assoluto e richiede una risposta altrettanto assoluta. L’episodio delle Fonti ci indica una bellissima soluzione. La gioia di Francesco, che scaturisce da una limpida fede dono dello Spirito, non riguarda un’idea di Dio, nella fattispecie, la possibilità e volontà che ha Dio di rimettere i peccati, ma si motiva sull’esperienza di Dio, sul perdono che Dio effettivamente già gli ha accordato. Questa è la fede che il vangelo richiede, non la conoscenza di una dottrina, ma l’esperienza, l’intima consapevolezza di un amore che ci accompagna e che nella nostra vita «fa giustizia prontamente», magari anche solo svelando ai nostri occhi il nostro peccato e donandoci la forza della conversione. E la preghiera alimenta e sostiene questa consapevolezza.
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