Domenica 8 maggio 2016, ASCENSIONE DEL SIGNORE
Dal Vangelo
Luca 24, 46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Dalle Fonti
1 Celano, 76: FF 453
Padre dei poveri e povero lui stesso, Francesco, facendosi povero con i poveri non poteva sopportare senza dolore di vedere qualcuno più povero di lui, non per orgoglio, ma per intima compassione, e sebbene non vestisse che una sola tonaca misera e rozza, spesso bramava spartirla con qualche bisognoso. Ma poiché era un povero ricchissimo, spinto dalla sua struggente compassione, per poter aiutare i poveri, quando il tempo era gelido, ricorreva ai ricchi chiedendo a prestito un mantello o altri indumenti. Se questi glieli davano con maggior entusiasmo di quello con cui egli li domandava, dichiarava: «Accetto di riceverli, ma a condizione che non vi aspettiate mai più di riaverli». E col cuore esultante ne rivestiva il primo indigente che gli capitasse di incontrare.
Alla vita
Da quell’ora – nel giorno della nuova creazione -, il nome del figlio dell’uomo, che ha attraversato compiutamente l’esistenza assumendo fedelmente – e, in questo senso peculiare, ‘patendo’ – l’intero della fragilità umana, spalanca la sua ospitalità a chiunque voglia farne la tenda dei propri giorni. A chi, pertanto, più non gli basta utilizzare ‘strategicamente’ le energie del nome messianico – fosse anche ‘a fin di bene’, in funzione di più che benedette attività pastorali e di evangelizzazione – ma desidera dimorarvi, “in maniera vitale e personale, nello spazio vitale con il Padre che lo ha invitato” (Manicardi). Radicati e ‘localizzati’ (Fil 3,9.13.20) nella posizione filiale, potrà fluire la forza del vento benedetto che viene dall’alto (Gv 3,8) nell’umana socialità, secondo una misura “buona, pigiata, scossa e traboccante” (Lc 6,38), ben oltre le più fervide immaginazioni e ogni più ardito desiderio…
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