Domenica 24 maggio 2015, Pentecoste
Dal Vangelo
Giovanni 15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Dalle Fonti
Regola non bollata XXIII,31-34: FF 71
Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si interponga. E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora, in ogni tempo, ogni giorno, senza cessare crediamo veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo e ringraziamo l’altissimo e sommo eterno Dio, Trino e uno, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, Salvatore di chi opera e crede in Lui, di chi ama Lui: il quale, senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile, incomprensibile e ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sempre e sopra tutte le cose è desiderabile nei secoli dei secoli.
Alla vita
Gesù sa che quando avrà lasciato questo mondo avrà pure lasciato i suoi discepoli esposti a questo mondo e al suo odio, da lui stesso sperimentato. Per questo cerca di prepararli, dicendo loro con forza che in tale scontro non saranno abbandonati a se stessi, ma riceveranno, grazie al dono dello Spirito, la capacità di rispondere della rivelazione in un mondo che si oppone a essa. Compito dello Spirito è essenzialmente quello d’insegnare, non solo quello di confortare; il suo sguardo è rivolto non tanto verso quel passato in cui è nata la comunità del Nazareno, ma verso il suo presente un po’ tribolato e ancor più verso l’avvenire della comunità post-pasquale, segnata dall’assenza del Nazareno. Questo futuro gli apostoli lo ignorano. Ma hanno una certezza, secondo le parole di Gesù: lo Spirito Santo. Che li guiderà nella verità, quella verità che è sempre Gesù, verso un tempo abitato ancora da Cristo. È lui solo che lo Spirito annuncia. Insegnando ai discepoli, ricordando le sue parole e dando loro forza per fare altrettanto. L’odio del mondo non potrà nulla contro un apostolo pieno dello Spirito e della sua forza.
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