Domenica 21 giugno 2015, 12ª Tempo Ordinario
Dal Vangelo
Marco 4,35-41
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Dalle Fonti
Leggenda dei tre Compagni 69: FF 1483
Quest’amore infiammato e la incessante memoria della passione di Cristo, che celava in cuore, volle il Signore mostrarli a tutto il mondo per mezzo della stupenda prerogativa d’un privilegio eccezionale, con cui lo decorò mentre era ancor vivente nella carne. Un mattino egli si sentì rapito in alto, verso Dio, da ardenti desideri serafici, mentre una tenera compassione lo trasformava in Colui che, per eccesso di amore, volle essere crocifisso. Si era verso la festa dell’Esaltazione della croce, due anni prima della sua morte. A Francesco, immerso nell’orazione su un versante del monte della Verna, apparve un serafino: aveva sei ali e tra le ali emergeva la figura di un uomo bellissimo, crocifisso, le cui mani e piedi erano stesi in croce, e i tratti di lui erano chiaramente quelli di Gesù Cristo. Con due ali velava il capo, due scendevano a coprire il corpo, due si tendevano al volto. Quando la visione scomparve, l’anima di Francesco rimase arroventata d’amore, e nelle sue carni si erano prodotte le stimmate del Signore Gesù Cristo. L’uomo di Dio cercava di nasconderle quanto più poteva, fino alla sua morte, non volendo propalare il segreto del Signore. Ma non arrivò a celare il prodigio totalmente, ché fu scoperto almeno dai compagni viventi in intimità con lui.
Alla vita
I diversi volti della paura in un cammino credente. All’inizio è paura psicologica, paura di morire per la tempesta improvvisa. Poi interviene Gesù con la potenza della sua parola che zittisce il vento e calma il mare. E la paura diventa timore dinanzi al mistero: “chi è costui?” È il timore credente, o forse è il santo timor di Dio che purifica la fede e fa crescere in essa. Ma la domanda in ogni cammino credente resta comunque. Non è più timore, allora, ma coraggio, il coraggio di porsi questa domanda ogni giorno, ogni istante. Allora la fede è sempre più viva e forte.
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