19 aprile 2015, terza domenica di Pasqua, “Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture…” (Lc 24,45)
Una “lavata di capo” ogni tanto ci sta (anche se costa accettarla, per poi sperimentare che ci fa bene). L’hanno ricevuta da Gesù i due viandanti di Emmaus (“Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti”: Lc 24,25), l’hanno beccata pure gli Undici e chi era con loro a Gerusalemme (perché non avevano ancora compreso le Scritture). La prendiamo tutta anche noi che abbiamo le Scritture e “sappiamo” della risurrezione di Gesù, ma siamo incapaci di collegare vitalmente la Parola della Sacra Scrittura ai segni della presenza del Risorto vivente tra di noi, qui, nel nostro oggi. Per varie patologie: la paura che sia troppo bello per essere vero anche per me, la mancanza di un minimo di familiarità con la Scrittura, la pigrizia, l’indifferenza,… E così Gesù diventa ciò che lui stesso non vuole essere per noi: “un fantasma”, un’idea. Le “lavate di capo” ricevute da chi ci vuole bene di solito funzionano: attiviamoci ad accoglierle da Gesù! Con la consolazione che il dubbio e la paura non sono contrari alla fede pasquale, -semmai un cuore impigrito ed indurito!-, e che Gesù stesso ci viene incontro con infinita pazienza: Toccami, sono io!
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