Martedì II Settimana di Pasqua
1Gv 1, 5-2,2 Mt 11,25-30
Santa Caterina da Siena
“Nell’amarezza gusterai la dolcezza, e nella guerra la pace.” (S. Caterina da Siena).
In questo capitolo 11 di Matteo, vediamo Gesù scontrarsi con le resistenze degli uomini, prima nei confronti del Battista (12-19), poi delle sue stesse opere, davanti alle quali non c’è conversione (20-24). Proprio in questa situazione difficile, Gesù guarda il cielo e grida un “grazie”: ti lodo, Padre, perché ti riveli ai piccoli! Camminare dietro a Gesù è impossibile se non ci si riconosce piccoli. Il limite fa parte di noi; se pensiamo di esserne privi, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi (1Gv 1,2). Poi Gesù esorta: venite a me, prendete il mio giogo, imparate da me. Se prima Gesù ha sperimentato il rifiuto e l’opposizione di molti, ora esorta i piccoli che lo ascoltano, chi è stanco e oppresso, chi davanti a lui non oppone resistenza. Nei loro confronti esprime tutta la sua dolcezza e premura. Il giogo di Gesù non opprime, ma è dolce, perché aiuta a stare anche dentro le amarezze, ringraziando Dio, come Gesù.
Dal Testamento (FF 110)
Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo.
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