Mercoledì IV Settimana del Tempo Ordinario
Eb 12,4-7.11-15 Sal 102 Mc 6,1-6 Sant’Agata, vergine e martire – memoria
“Da dove gli vengono queste cose?” (Mc 6,2)
Tornato nella sua patria, Gesù prosegue nel suo insegnamento. I suoi parenti e i suoi amici riconoscono la sua sapienza e i prodigi che compiono le sue mani. Ma non riescono ad associare questo “frutto” sorprendente con la piccolezza del “seme” da cui viene. Il fatto di conoscere Gesù fin dall’infanzia pone un ostacolo che fa cadere. Gesù è solo un uomo come tanti, un artigiano, una persona semplice. La logica del Regno che tiene insieme piccolezza e grandezza è bella quando narrata nelle parabole. Ma può scandalizzare quando si prova ad accoglierla e a viverla. Gesù è Dio che si fa piccolo. È Dio che si incontra nelle piccole cose. È Dio che si rivela quando si accoglie la propria e altrui piccolezza.
Con Francesco d’Assisi
La fede è dono, prima di tutto; ma è dono che va accolto e fatto fruttificare in un terreno buono. Perciò Francesco avverte: come tutti quelli che videro con i propri occhi Gesù camminare in mezzo a loro e non credettero che egli era Dio furono condannati, così ora tutti quelli che vedono il sacramento […] sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo Spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati” (FF 142). Ciò accade perché l’uomo, vittima della propria durezza di cuore, rifiuta di credere a motivo della superbia.
(Da Francesco, un nome nuovo: vita di un uomo santo, di F. Accrocca)
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