Natale del Signore
Is 52,7-10 Sal 97 Eb 1,1-6 Gv 1,1-18
Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio (Sal 97)
Il prologo di Giovanni è il testo profondissimo che ci annuncia il mistero dell’Incarnazione. Tuttavia ci dice che Dio si fa carne della nostra carne. Gesù viene in una carne simile alla nostra, perché tra noi e Lui ci sia un incontro vero. È una verità difficile da accogliere. Ma “se infatti non fosse della nostra stessa natura” scrive Sant’Ippolito ”inutilmente avrebbe detto di essere imitatori suoi quale maestro, a noi, nati nella debolezza”. Il mistero del Natale ci richiama ad una relazione reale con una persona da amare, da imitare: il Signore Gesù. Dio si fa vicino, presente, vivo accanto a noi. Reale come un piccolo bambino che ha bisogno di essere preso in braccio, accolto, custodito.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 467] Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.
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