Mercoledì, feria propria del 18 dicembre
Ger 23,5-8 Sal 72 Mt 1,18-24
Perché egli libererà il misero che invoca (Sal 71)
Giuseppe, uomo fedele e giusto, trovandosi in una situazione difficile, sceglie di credere al Signore, piuttosto che al dubbio o al proprio orgoglio ferito. Nel mezzo della notte, si lascia illuminare da un Angelo, si lascia istruire dalla Parola: crede e obbedisce. Riconosce che le parole dell’Angelo non sono generiche, ma sono proprio rivolte a lui, gli indicano azioni concrete, che richiedono coraggio e determinazione. La strada che il Signore ci indica è quella concreta della nostra vocazione. È la strada bella, buona e vera, perché il Signore è affidabile.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1032] Appena giunto nella città più vicina, udì nella notte il Signore, che in tono familiare gli diceva: “Francesco, chi ti può giovare di più: il signore o il servo, il ricco o il poverello?”. “Il signore e il ricco”, rispose Francesco. E subito la voce incalzò: “E allora perché lasci il Signore per il servo; Dio così ricco, per l’uomo, così povero?”. Francesco, allora: “Signore, che vuoi che io faccia?”. “Ritorna nella tua terra – rispose il Signore – perché la visione, che tu hai avuto, raffigura una missione spirituale, che si deve compiere in te, non per disposizione umana, ma per disposizione divina”.
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