Pregare per poter andare
Venerdì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
2Tm 4,10-17 Sal 144 Lc 10,1-9
San Luca Evangelista, festa
“Pregate dunque…”. Prima di dare il mandato e le indicazioni per essere missionari nel Suo nome, Gesù raccomanda ai discepoli la preghiera, perché non vengano a mancare gli operai del Regno. La Chiesa è viva, lo Spirito agisce sempre, c’è sempre una novità, una situazione nuova da accogliere. Questa novità nello Spirito spinge a cercare e a mettersi a disposizione. È il fuoco che ha spinto anche i profeti. Se non ci fosse nulla da fare o nulla per cui pregare, probabilmente non ci sarebbe neppure il desiderio di mettersi alla sequela e sulla via della missione.
Signore, ti ringraziamo per San Luca e per la sua opera che ci ricorda la Tua misericordia senza limiti. La nostra missione sia annuncio e azione concreta di amore soprattutto verso i piccoli.
Da l’Albero della vita di Ubertino da Casale [FF 2086]
L’orazione era la gioia del contemplante mentre, già fatto concittadino degli angeli e aggirandosi per le eterne dimore, contemplava i loro arcani, e con desiderio fremente ricercava il Diletto, dal quale lo separava soltanto la fragile parete della carne. Intento all’azione, era lui la sua difesa. In tutte le cose, diffidando delle sue capacità, implorava con insistente preghiera di essere diretto dal benedetto Gesù, e con tutti i modi a sua disposizione incitava i frati alla preghiera. Lui stesso poi era sempre così sollecito a immergersi nella preghiera che, camminasse o stesse fermo, faticasse o riposasse, sembrava che dentro e fuori sempre fosse intento a pregare. Sembrava che dedicasse all’orazione non soltanto il cuore e il corpo, ma anche l’azione e il tempo.
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