…E tutto sarà puro
Martedì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Gal 5,1-6 Sal 118 Lc 11,37-41
Santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa
Quando nell’altro vogliamo sottolineare l’errore, stanare la fragilità, forse ci illudiamo di essere più forti e più bravi, e per un attimo distogliamo lo sguardo dai nostri limiti. Ma è inutile mentire a noi stessi, agli altri e a Dio. È invece liberante riconoscere con umiltà ciò che siamo. Quando ci confessiamo semplici, poveri, bisognosi di misericordia, siamo molto più liberi e contenti. Quando anche il male dell’altro è oggetto di comprensione, allora sperimentiamo cosa vuol dire “dare in elemosina”, cioè, incontrare l’altro con cuore libero e gratuito.
“Pretendere di entrare nel cielo senza prima entrare in noi stessi per meglio conoscerci e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia.” S.Teresa di Gesù
Dalle Ammonizioni [FF 160]
Al servo di Dio nessuna cosa deve dispiacere eccetto il peccato. E in qualunque modo una persona peccasse e, a motivo di tale peccato, il servo di Dio, non più guidato dalla carità, ne prendesse turbamento e ira, accumula per sé come un tesoro quella colpa. Quel servo di Dio che non si adira né si turba per alcunché, davvero vive senza nulla di proprio.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.