Amare da figli
Martedì XI Settimana del Tempo Ordinario
1Re 21,17-29 Sal 50 Mt 5,43-48
Se siamo onesti con noi stessi, riconosciamo che questi nemici di cui parla il vangelo siamo anche noi, che spesso abbiamo bisogno di perdono. Ma come si fa a rispondere al male con l’amore? Ci aiuta l’esortazione di Gesù. Essere perfetti non significa decidere di perdonare, di pregare per i nemici. Certo è una buona decisione. Tuttavia nasconde un atteggiamento autoreferenziale. Essere perfetti significa essere figli del Padre. La preghiera per i nemici, il perdono a chi mi ha ferito, è autentico se nasce dal mio rapporto con il Padre. Lo sguardo non è più su di lui, ma sull’amore e la pazienza che Dio ha con me.
Padre mio, l’amore straordinario per mio fratello nasce dal rapporto straordinario con Te e dal sapermi tuo “figlio amato”. Allora per me sarà possibile l’impossibile.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 329-330]
Deplorava i suoi gravi peccati, le offese fatte agli occhi della maestà divina. Le vanità del passato o del presente non avevano per lui più nessuna attrattiva, ma non si sentiva sicuro di saper resistere a quelle future […]. Un giorno finalmente, dopo aver implorato con tutto il cuore la misericordia divina, gli fu rivelato dal Signore come doveva comportarsi. E fu ripieno di tanto gaudio da non poterlo contenere e da lasciare, pur non volendo, trasparire qualcosa agli uomini.
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