DOMENICA – XIV DOMENICA T.O. – B
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. – Marco 6,1-6
Riflessione biblica – A Nazareth Gesù non può operare prodigi: i compaesani e i parenti di Gesù restano stupiti nell’ascoltare le sue parole, ma a tratti anche scandalizzati dalla Sapienza che egli manifesta. Se il pregiudizio altera il giudizio, può arrivare ad offuscare anche la verità. L’atteggiamento di chiusura mentale con cui molto spesso guardiamo chi ci sta accanto impedisce alla grazia di manifestarsi più del male, poiché siamo noi a vedere gli altri come ostacoli e non come opportunità. D’altro lato va ricordato che anche quando chi ci circonda non ci comprende, o non ci permette di attuare quanto la nostra fede suggerisce, possiamo crescere nella grazia confidando solo in Gesù, che continua a svelarci come Dio opera nella nostra vita, Lui che suscita sempre cose nuove.
Riflessione francescana – Certo, se non si crede nel suo potere, l’Amore non potrà mai manifestarsi! Francesco ci incoraggia ad accogliere Dio nella nostra vita, affinché possa trovare dimora in noi perché, se il Vivente abita in noi così come siamo, possiamo dire con il salmista: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4). Infatti, in tutta la sua esistenza Francesco fu sempre caratterizzato da un atteggiamento di ricerca, di pazienza e di attenzione verso il prossimo, stimolando anche chi lo avvicinava a percorrere vie nuove. Anche noi siamo chiamati a continuare questa opera senza pregiudizi, perseverando nella sequela di Cristo e nell’accoglienza dei fratelli.
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