Parole vecchie, parole nuove
Mercoledì V Settimana di Pasqua
At 15,1-6 Sal 121 Gv15,1-8
San Giuseppe lavoratore
I giudei e i farisei credono sinceramente alla parola di Gesù. Eppure, è difficile per loro liberarsi del passato, della
tradizione che inquadra situazioni, persone, eventi in schemi consueti. Sperimentiamo forse anche a noi la fatica di
assumere sugli altri e sulla vita, lo sguardo nuovo del vangelo, una disposizione di libertà, di verità, di benevolenza. Lo
sguardo che avrebbe Gesù. “Siete puri per la parola che vi ho annunciato”, dice Gesù. C’è una parola nuova, che purifica e
libera il cuore, lo sguardo sui fatti della vita e sugli altri. Oggi l’accoglieremo?
Signore, per intercessione di San Giuseppe, fa che rimaniamo fedeli alla tua parola. Allora conosceremo la verità e la verità ci farà liberi.
Dal Libro delle Cronache di Angelo Clareno [FF 2125]
Gesù disse a Francesco: «Io chiesi al Padre mio che in quest’ultima ora mi desse un popolo poverello, umile, mite e
mansueto, in tutto simile a me nella povertà e umiltà, contento solo di me; che io potessi dimorare e riposare in esso, come
dimora e riposa in me il Padre mio, ed esso riposasse e rimanesse in me, come io rimango nel Padre e riposo nel suo
Spirito. Il Padre mio mi ha dato te e quanti per mezzo tuo aderiranno a me con tutto il cuore, con fede non falsa e carità
perfetta. Io li guiderò e li pascerò; saranno figli per me, e io sarò per loro un padre».
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