Salvezza
Giovedì III Settimana del Tempo Ordinario
At 22,3-16 Sal 116 Mc 16,15-18
Conversione di San Paolo, festa
Il verbo salvare, nel vangelo di Marco, è usato spesso in relazione ai miracoli di Gesù ma, nella pericope di oggi, comprendiamo che non si ferma ai segni. Salvare, salvezza, dice adesione al Vangelo.
Il Signore risorto indica dei segni precisi che parlano di questa adesione e che non sono suoi miracoli. Sono segni che possono compiere coloro che credono; sono i segni caratterizzanti la comunità dei battezzati che serve il Suo Signore. Credendo in questa potenza che il Signore ci dona, è possibile annunciare e operare con Lui!
Signore Gesù, ti ringraziamo per la vita di San Paolo che ci insegna ad annunciare con radicalità la salvezza che viene da Te.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1052]
Da quel momento l’uomo di Dio, per divino incitamento, si dedicò a emulare la perfezione evangelica e a invitare tutti gli altri alla penitenza. I suoi discorsi non erano vani o degni di riso, ma ripieni della potenza dello Spirito Santo: penetravano nell’intimo del cuore e suscitavano forte stupore negli ascoltatori. In ogni sua predica, all’esordio del discorso, salutava il popolo con l’augurio di pace, dicendo: «Il Signore vi dia la pace!». Aveva imparato questa forma di saluto per rivelazione del Signore, come egli stesso più tardi affermò. Fu così che, mosso anch’egli dallo spirito dei profeti, come i profeti annunciava la pace, predicava la salvezza e, con le sue ammonizioni salutari, riconciliava in un saldo patto di vera amicizia moltissimi che prima, in discordia con Cristo, si trovavano lontani dalla salvezza.
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