Una chiamata seria
Sabato I Settimana del Tempo Ordinario
1Sam 9,1-4.17-19.26; 10,1a Sal 20 Mc 2,13-17
“Seguimi”. Con queste parole Gesù chiama un uomo. Tra tanti, in mezzo a tutta quella folla, ne sceglie uno. Chiama Levi, un ebreo che, con il suo lavoro, si approfitta della sua stessa gente. Per questo motivo viene disprezzato ed emarginato. Ma Gesù non si ferma qui, va oltre: mangia insieme a lui. Questo significa, tenendo conto del tempo e del contesto in cui si svolge l’evento, che ci tiene e vuole mettersi in relazione con lui. Gesù, allora, fa sul serio: così come con Levi, anche con noi. Chiama quando meno te lo aspetti, le persone che meno ti aspetti. Non chi è bravo e perfetto, non chi è sano, ma chi più ha bisogno e più si lascia aiutare. Non è venuto, infatti, “a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Signore, aiutaci a riconoscerci bisognosi del Tuo Amore.
Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1399]
Una notte, dopo essersi impegnato anima e corpo nell’eseguire il suo progetto e mentre bruciava dal desiderio di mettersi in marcia, viene visitato dal Signore che, sapendolo bramoso di onori, lo attira e lo innalza ai fastigi della gloria con una visione. Mentre in quella notte stava dormendo, gli apparve uno che, chiamatolo per nome, lo condusse nello splendido palazzo di una bellissima sposa pieno di armature, cioè scudi splendenti e simili apparati di guerra che spettano al decoro dei cavalieri. Francesco, mentre dentro di sè si chiedeva in silenzio e con meraviglia che cosa fosse tutto questo, domandò a chi appartenessero quelle armi così splendenti e quel palazzo meraviglioso. Gli fu risposto che tutto quell’apparato insieme al palazzo era suo e dei suoi cavalieri.
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