Essere profeti nella quotidianità
Sabato 30 dicembre, Ottava di Natale
1Gv2,12-17 Sal 95 Lc 2,36-40
Il brano di oggi presenta una donna: Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Si tratta di una donna davvero speciale, non per la sua appartenenza, ma per la capacità di testimoniare, nella semplicità della vita, la sua costante vicinanza a Dio. Ella non ama, usando le parole di san Giovanni, “il mondo, né le cose del mondo“, ma ama le cose di Dio. In lei si manifesta, così, l’amore del Padre e i suoi occhi vedono le cose del Padre nel mondo, tanto da riconoscere in Gesù il Salvatore tanto atteso. È questo il motivo per cui Anna viene definita profetessa. Ognuno di noi è, come questa donna, chiamato ad essere profeta nella sua quotidianità, riconoscendo, nel mondo, il Volto di Dio.
Signore, insegnaci a seguirTi con gioia e discrezione, lodandoti ogni giorno come la profetessa Anna.
Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1437]
A quei tempi l’amore e il timore di Dio erano come spenti nei cuori, quasi dappertutto; il cammino penitenziale era del tutto ignorato, anzi lo si riteneva una insensataggine. A tanto erano giunte la concupiscenza della carne, le bramosie mondane e la superbia della vita, che tutto il mondo pareva dominato da queste tre potenze maligne. Su questi uomini evangelici correvano perciò opinioni contrastanti. Alcuni li consideravano dei pazzoidi e degli ebbri; altri sostenevano che i loro discorsi provenivano tutt’altro che da stoltezza. Uno degli uditori osservò: «Costoro, o sono uniti a Dio in modo straordinariamente perfetto, o sono dei veri insensati poiché li vediamo menare una vita disperata: mangiano assai poco, camminano a piedi nudi, sono coperti di vestiti miserabili».
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.