È venuto, verrà
Lunedì I Settimana di Avvento
Is 2,1-5 Sal 121 Mt 8,5-11
“Verrò e lo guarirò” dice Gesù, “Di soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”, risponde il centurione.
Queste parole ci donano una luce preziosa per l’Avvento che abbiamo iniziato. Stiamo vivendo, infatti, il tempo in cui la Chiesa ci accompagna a celebrare la venuta del Salvatore in questa nostra storia umana e, insieme, viviamo già nel tempo in cui “il Verbo si è fatto carne”, e possiamo sempre sperimentare che basta una parola del Signore per guarirci, per rimetterci in piedi, per dare vita nuova alle nostre situazioni di chiusura e di morte.
Il centurione ci insegna che questo incontro con il Salvatore, atteso e già presente, avviene quando abbiamo fede in Lui e ci rivolgiamo a Lui per affidargli non tanto le nostre richieste quanto noi stessi, la nostra piccolezza, e quella di chi amiamo.
Non ho bisogno di vederti compiere un segno, Signore, non ho bisogno di sapere come farai, a me basta la tua Parola per sapere che tu porti e porterai la Salvezza.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 470]
Spesso, quando voleva pronunciare Cristo con il nome di «Gesù», infervorato d’immenso amore, lo chiamava «il Bambino di Betlemme», e quel nome «Betlemme» lo pronunciava come il belato di una pecora, riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto. E ogni volta che diceva «Bambino di Betlemme» o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola.
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