XXXI DOMENICA T.O. – A
Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Riflessione biblica
A volte questa pagina del Vangelo viene letta come una giustificazione per criticare alcune persone non coerenti nella fede e nella morale. Di per sé Gesù ci sta dicendo
proprio quello che in rivelazione dirà anche a sant’Antonio Abate, che si lamentava con Lui perché alcuni suoi discepoli non seguivano con tanto zelo le sue orme: «Antonio, bada a te stesso» (cfr. Antonio 2). Il nostro compito cioè è quello di accogliere la Parola nella nostra vita, perché ognuno di noi non ha che se stesso a disposizione per salvare il mondo, accogliendo in sé lo Spirito santo.
Riflessione francescana
Anche Francesco ha vissuto la tentazione di rattristarsi, soprattutto vedendo che l’Ordine francescano si allontanava dagli ideali che egli stesso aveva accolto dal Signore
e che aveva trasmesso alla fraternità. Anche in questo caso il Signore lo illumina a liberarsi dalla tentazione di preoccuparsi o scandalizzarsi per le incoerenze altrui. Gli
venne in sonno infatti la visione della gallina dai molti pulcini (cfr. FF 610-611). Francesco rappresenta la gallina che non riesce a proteggere e sfamare tutti i suoi piccoli (i
frati): pertanto non le resta che avere fiducia nel Signore, perché Egli attraverso la Chiesa li proteggerà dagli assalti del male e delle tentazioni.
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