DOMENICA – XXIX DOMENICA T.O. – A
Matteo 22,15-21
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questaimmagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Riflessione biblica
Nel brano evangelico di oggi c’è l’interrogativo circa quale potere vada rispettato. È quello che usa violenza o quello che è mite? È quello che mette le mani su tutto e tutti o è quello che si affida nelle mani degli altri vivendo relazioni di fiducia? Ed è in gioco il modello stesso di Dio, perché l’uomo è immagine di Dio. Dio chi è? È quello che domina tutto e tutti, che tiene tutto in mano, oppure quello che è a servizio di tutti e dà la vita per tutti e si mette nelle mani di tutti?
Riflessione francescana
San Francesco richiama il tesoro di saggezza di questa pagina evangelica in una delle sue Ammonizioni: «Al servo di Dio nessuna cosa deve dispiacere eccetto il peccato. E in qualunque modo una persona peccasse e, a motivo di tale peccato, il servo di Dio, non più guidato dalla carità, ne prendesse turbamento e ira, accumula per sé come un tesoro quella colpa. Quel servo di Dio che non si adira né si turba per alcunché, davvero vive senza nulla di proprio. Ed è beato colui al quale non rimane nulla, perché rende a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (FF 160). E il santo francescano Antonio di Padova aggiunge: «E quindi il Signore, in questo Vangelo, conclude: “Date a Cesare quello che è di Cesare, e date a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,21). Come dicesse: come date a Cesare la sua effigie, così date a Dio l’anima, illuminata e segnata con la luce del suo volto» (Sermone nella Domenica XXIII dopo Pentecoste, 11).
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.