Testimoni di Luce
Lunedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Esd 1,1-6 Sal 125 Lc 8,16-18
“Glorificate il Signore con la vostra vita….La gioia del Signore sia la nostra forza… Andate in pace”. Queste parole, o altre simili, che ascoltiamo alla fine di ogni celebrazione Eucaristica, ci ricordano che siamo destinatari di una missione. Il Signore Gesù, vivo e presente nella Parola e nei Sacramenti, accende in noi la luce della vita divina. Al termine di ogni celebrazione noi siamo quelle lampade accese che vanno messe sul candelabro affinché quelli che ci avviciniamo possano essere illuminati e attratti dalla luce della fede. Domandiamoci: sono uno strumento di luce per chi mi incontra? Chi mi vede incontra “la gioia del Signore”… Gesù ci indica la strada per non far spegnere la Sua luce in noi: fare attenzione a come ascoltiamo. Sì, perché se siamo stati attratti dal Signore, dobbiamo dedicarci a conoscerlo nella sua Parola, a pregarlo, a custodire la relazione con Lui, altrimenti rischiamo di perdere anche quello che credevamo di aver compreso, di aver gustato.
Risplenda la nostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 681]
Trascorreva tutto il suo tempo in santo raccoglimento per imprimere nel cuore la sapienza; temeva di tornare indietro se non progrediva sempre. E se a volte urgevano visite di secolari o altre faccende, le troncava più che terminarle, per rifugiarsi di nuovo nella contemplazione. Perché a lui, che si cibava della dolcezza celeste, riusciva insipido il mondo, e le delizie divine lo avevano reso di gusto difficile per i cibi grossolani degli uomini.
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