Avere a che fare con il Signore
Venerdì XXI Settimana del Tempo Ordinario
1Ts 4,1-8 Sal 96 Mt 25,1-13
Il comportamento cristiano non è regolato da leggi astratte, ma dal desiderio di stare con il Signore. Le vergini del Vangelo, con il loro olio, rappresentano questo desiderio concretizzato dalla perseveranza nella fede. La lampada viene consegnata alle dieci vergini, cioè a tutta l’umanità, perché a tutti è data la possibilità di credere e cercare il Signore, ma non tutti tengono accesa la lampada. Le vergini sagge hanno vissuto la loro vita nella fede e quindi lo Sposo le riconosce e loro stesse si riconoscono a vicenda. C’è una familiarità, un’appartenenza che nasce dall’aver vissuto con e per qualcuno e così è anche per chi ha vive e ha vissuto nella fede. Gesù non riconosce le spose senza olio perché loro non hanno avuto mai a che fare con lui.
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 402]
Erano così pieni di santa semplicità, di innocenza di vita e di purezza di cuore da ignorare completamente ogni doppiezza. Come unica era la loro fede, così uno lo spirito, la stessa volontà e la medesima carità, la continua coesione degli intenti e la concordia dei costumi, la pratica delle virtù, l’armonia dei pensieri e la pietà delle azioni.
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