Vince chi (si) perde
Lunedì XVII Settimana del Tempo Ordinario
Es 32,15-24.30-34 Sal 106 Mt 13, 31-35
Sant’Ignazio di Loyola, Memoria
Il popolo d’Israele si costruisce un idolo d’oro perché Mosè si attardava sul monte e il Signore non dava segni immediati della sua presenza. Ma le immagini scelte da Gesù per aiutarci a comprendere il regno dei cieli ci dicono che esso si rivela solo a coloro che hanno la pazienza di attendere, e l’umiltà di coglierne il segno nelle cose più semplici.
Il regno dei cieli, infatti, è messo in atto da piccoli gesti, spesso nascosti e ignorati da tutti, nei quali si dona la propria vita.
Il seme porta frutto quando perde se stesso nella terra. Il lievito esprime tutta la sua potenza quando si perde nella farina. Il risultato in entrambi i casi è qualcosa di molto più grande, molto più pieno, e a disposizione di tutti coloro che sanno vivere con fiducia e pazienza l’attesa.
È davvero questo il segreto per vivere la vita in pienezza e gustare fin da subito la gioia del cielo: non trattenere nulla, ma cogliere ogni occasione per fare dono di sé, nella speranza certa che ogni cosa, anche la più misteriosa o difficile, se vissuta con il Signore porterà il suo frutto.
Manda, o Signore, il tuo Spirito di Sapienza e Intelletto, perché ci dia l’umiltà e la carità per fare dono di noi stessi.
Dalla Lettera ai fedeli [FF 199]
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri […]. Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio.
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