Alleanza che rigenera vita
Lunedì XV Settimana del Tempo Ordinario
Es 1,8-14.22 Sal 123 Mt 10,34-11,1
Gesù ci dona la sua pace, ma “non è una pace come quella che dà il mondo” (cf Gv 14,27) fatta di compromessi e scorciatoie. Far entrare i legami affettivi e familiari dentro l’alleanza con il Signore, li mette al sicuro dalla morte. Se il Signore Gesù è il primo, è al centro del nostro cuore, i nostri affetti più cari saranno “ordinati” a Lui, e saranno veri e forti. C’è una spada, quella di cui parla Gesù nel vangelo, che non è un’arma letale, ma una forza che separa dal male, dalle abitudini superficiali e viziate a volte presenti anche nelle relazioni più significative. Queste possono crescere ancora, rifiorire, trovare forza e libertà, sfociare in un amore più profondo e autentico. Il popolo di Israele era forte e numeroso, pur nell’amarezza della sua condizione, perché era il popolo amato e prediletto. Se sappiamo di essere amati da Dio, diventiamo capaci di un amore libero e gratuito, che sa superare anche le condizioni sfavorevoli.
La spada della tua parola, o Signore, ci fa gustare la tua forza e la tua pace.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [1035-1036]
Mentre, un giorno, pregava, così isolato dal mondo, ed era tutto assorto in Dio, nell’eccesso del suo fervore, gli apparve Cristo Gesù, come uno confitto in croce […]. L’uomo di Dio comprese che, per mezzo di questa visione, Dio rivolgeva a lui quella massima del Vangelo: Se vuoi venire dietro a me, rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi. Da allora si rivestì dello spirito di povertà, d’un intimo sentimento d’umiltà e di pietà profonda. Mentre prima aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da lontano, ora, a causa di Cristo crocifisso, […] li serviva con umiltà e gentilezza, nell’intento di raggiungere il pieno disprezzo di sé stesso.
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