A casa nostra
Venerdì XIII Settimana del Tempo Ordinario
Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67 Sal 105 Mt 9, 9-13
La vicenda di San Matteo è una storia di vocazione che va oltre le aspettative della persona. Levi, insospettabile come potenziale discepolo, viene chiamato da Gesù. In quel giorno, con il suo fidarsi e alzarsi, diventa discepolo del Maestro. Ma per dove? Proprio per casa sua. è il Signore stesso che segue Levi. Così anche con noi, il Signore entra nella nostra vita, viene ad abitare in mezzo a noi.
Ogni volta che ci alziamo abbiamo la possibilità di riceverlo, perché è proprio Lui che desidera seguirci dove siamo per dimorare con noi, a casa nostra per rinnovarci. Questa è la misericordia!
Ti ringraziamo, Signore, perché ci chiami a vita nuova.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1300]
A Tebe, nella Romania, una donna cieca, che la vigilia di san Francesco aveva digiunato a pane e acqua, il giorno della festa, di primissimo mattino, si fece condurre dal marito alla chiesa dei frati minori. Durante la celebrazione della messa, al momento dell’elevazione del corpo di Cristo, la donna aprì gli occhi, vide con chiarezza, si prostrò in devotissima adorazione. Così adorando, gridò forte: «Grazie a Dio e al suo santo, perché io vedo il corpo di Cristo». Tutti i presenti si voltarono verso quel grido di esultanza.
Compiute le sacre cerimonie, la donna con la gioia nello spirito e la luce negli occhi, tornò a casa sua, tutta esultante, non solo perché aveva recuperato la vista, ma anche perché le era stato concesso di vedere, prima di ogni altra cosa, quel mirabile sacramento che é luce vera e viva delle anime. Tutto ciò per i meriti di san Francesco e in virtù della fede.
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