Occhio puro
Venerdì XI Settimana del Tempo Ordinario
2Cor 11,18.21b-30 Sal 33 Mt 6,19-23
“Lampada del corpo è l’occhio e se l’occhio è chiaro tutto il corpo sarà nella luce”. Gesù ci dice che ciò che vedo viene filtrato ed elaborato dall’occhio: non c’è nulla che dall’esterno può influenzare il nostro interno. È dal di dentro che elaboro lo sguardo sulle cose.
Il SIgnore Gesù, allora, cosa ci raccomanda? Di tenere pulito, chiaro il nostro occhio che elabora lo sguardo. Se è chiaro, allora tutto sarà bello, degno e nella luce. Ma se è sporco, inquinato, allora tutto sarà visto con occhio viziato e grande sarà la tenebra.
Guardare con il cuore, è l’indicazione scritta in un libro per bambini. Questo è l’occhio del Vangelo, che è puro e che corrisponde ad una delle beatitudini: beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Sì, l’occhio puro trova il tesoro, trova il Signore!
Signore, il nostro occhio possa riconoscere dove sei Tu, il tesoro vero.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 640]
Nessuno deve meravigliarsi se questo profeta del nostro tempo si distingueva per tali privilegi: il suo intelletto, libero dalla nebbia densa delle cose terrene e non più soggetto alle lusinghe della carne, saliva leggero alle altezze celesti e si immergeva puro nella luce. Irradiato in tal modo dallo splendore della luce eterna, attingeva dalla Parola increata ciò che riecheggiava nelle parole. Oh, quanto siamo diversi oggi, noi che, avvolti dalle tenebre, ignoriamo anche le cose necessarie! E quale la causa, se non perché siamo amici della carne e anche noi ci imbrattiamo di mondanità? Se invece assieme alle mani, innalzassimo i nostri cuori al cielo, se stabilissimo la nostra dimora nei beni eterni, verremmo forse a conoscere ciò che ignoriamo: Dio e noi stessi. Chi vive nel fango, vede necessariamente solo fango; mentre non é possibile che l’occhio fisso al cielo non comprenda le realtà celesti.
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