Tutto quello che mi hai dato
Martedì VII Settimana di Pasqua
At 20,17-27 Sal 67 Gv 17,1-11
Gesù, prima della sua Passione, trasforma in preghiera tutto quanto ha imparato dal Padre e ha detto ai suoi discepoli. Questa sua bellissima lode ci ricorda dove sta la nostra dignità. Spesso cerchiamo stima e riconoscimento, forse anche gloria, nello sguardo degli altri, nei complimenti. Ma sono cose di poco conto. L’effetto di questa “gloria”, infatti, svanisce così presto da aver bisogno di cercarne ancora e ancora… senza mai esserne sazi. Gesù dice: “Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te”. La gloria, presente in tutta la vita di Gesù, è rivelata qui, ed è “l’ora”, è la Croce: qui l’amore di Dio è apparso in tutto il suo splendore. La vita eterna è assaporare, già qui ed ora, tutto questo amore. L’apostolo Paolo ne fa esperienza quando serve il Signore con tutta umiltà, tra lacrime e prove…senza tirarsi indietro. Si “spende” totalmente, con generosità, senza stancarsi, per annunciare la fede in Gesù. Questa testimonianza è l’unico vero luogo di gloria.
Signore Gesù, tu sei glorificato in noi: donaci comprensione profonda di questo mistero e insegnaci a pregare.
Dalla Compilazione di Assisi [FF 1660]
Il servo di Dio simile a una tavola dipinta non deve riferire nulla a se stesso l’onore e la gloria vanno resi a Dio solo, mentre a se stesso egli attribuirà vergogna e dispiacere.
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