Di Luogo in luogo
Mercoledì III Settimana di Pasqua
At 8,1-8 Sal 65 Gv 6,35-40
Gli Atti degli apostoli ci dicono che gli apostoli avrebbero tutte le ragioni per sentirsi indeboliti, atterriti e dispersi. Sono odiati e perseguitati, eppure, tirano fuori iniziativa, coraggio, fiducia. Vanno di luogo in luogo, guariscono, annunciano il Vangelo, portano ovunque gioia e vita. L’incontro con il Signore Risorto ha dato loro la forza. Ma soprattutto ha segnato la direzione precisa della loro esistenza: rivedere il Signore e vivere con Lui per l’eternità. Avere una direzione precisa, e custodirla nel cuore e nella memoria, infonde determinazione alle scelte, azioni, parole. Dona libertà al cuore, creatività e attenzione alla nostra mente. Papa Francesco dice: “il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità. Se noi pensiamo a questo incontro, anche le piccole preoccupazioni quotidiane sono illuminate dalla speranza”. Gli apostoli vanno di luogo in luogo. Qual è per me il “luogo” che oggi attende un cambiamento, una testimonianza di amore e di fiducia?
“Concedici o Padre di aver parte all’eredità eterna nella risurrezione del tuo Figlio unigenito”.
Da “Insediamento dei Frati Minori in Inghilterra, di Tommaso Da Eccleston [FF 2574]
Quando era ancora nella casa paterna, vennero dei bambini poveri a chiedere l’elemosina; egli diede loro il suo pane ed essi gli donarono un pezzo del loro, e gli era sembrato che quel pane duro, mendicato per l’amore di Dio, fosse più gustoso del pane tenero che lui e i suoi familiari mangiavano. E così i bambini, per rendere il loro pane più gustoso, si domandavano l’uno all’altro del pane per amore di Dio.
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