Dio guarda il suo servo
Venerdì Santo
Is 52,13-53,12 Sal 30 Eb 4,14-16; 5,7-9 Gv 18,1-19,42
Nel quarto canto del servo di Jahvè ci viene presentato colui che è amato! “Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente”. Le parole di questa liturgia ci invitano a guardare al servo del Signore. Eppure, non c’è bellezza nel suo volto sfigurato. Considerato abbandonato da Dio, nessuno piange per lui. è vittima di menzogna e ingiustizia. Il servo del Signore accetta di caricare su di sé il peso del male che sembra dominare il mondo: giusto ma odiato, buono ma perseguitato, uomo disprezzato.
Gesù così ha vinto il male, con la sua mitezza, con la sua volontà di affidarsi alle braccia del Padre. Motivo di meditazione per noi in questo giorno di digiuno: abbandonare la ribellione e lasciarci accogliere dall’amore e dall’Amato.
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito (Sal 30)
Dalla Lettera ai fedeli [FF 184]
E la volontà del Padre suo fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed é nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull’altare della croce non per sé, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, ma in espiazione dei nostri peccati, lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme. E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo con cuore puro e con il nostro corpo casto.
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