Essere per il Signore
Venerdì VI Settimana del Tempo Ordinario
Gen 11,1-9 Sal 32 Mc 8,34-9,1
Gesù indica la via del vero discepolo che ha due atteggiamenti. Il primo è “rinunciare a sé stessi”, che significa conversione, metterci da parte e andare verso i valori che fondano la vita con Dio. L’altro è quello di “prendere la propria croce”, portare con fede, responsabilità e pazienza quella parte di fatica e magari di sofferenza che la conversione comporta. Questo diventa così partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo e strumento umile che ci conduce all’unità. Perché non avvenga che, per la superbia e il desiderio di essere forti, e di “farci un nome”, non abbiamo invece a sperimentare la separazione e la confusione. Solo con il Signore e per il dono della Sua Benedizione possiamo essere “separati”, cioè essere per Lui e lasciarci guidare dalla Sua Sapienza che sempre opera, anche quando non ne siamo consapevoli.
“Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva.
Tu sei mia rupe e mia fortezza: guidami per amore del tuo nome”.
(Dalla Liturgia)
Dalla lettera di Santa Chiara a Ermetrude di Bruges [FF 2915-2916]
Rendi fedelmente a Dio ciò di cui hai fatto voto ed egli ti ricompenserà. O carissima, guarda il cielo poiché ci invita; prendi la croce e segui Cristo che ci precede: infatti dopo varie e molte tribolazioni per mezzo di lui entreremo nella sua gloria. Ama con tutte le fibre del cuore Dio e Gesù suo Figlio, crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente il ricordo di lui; medita continuamente i misteri della croce e i dolori della madre ritta sotto la croce. Prega e sii vigilante sempre. E l’opera che hai bene incominciato portala a compimento con decisione e il ministero che hai assunto adempilo in santa povertà e sincera umiltà.
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