Imbattibile umiltà
Lunedì III Settimana del Tempo Ordinario
Eb 9,15.24-28 Sal 97 Mc 3,22-30
Le opere di Gesù manifestavano la sua potenza, ed erano evidenti opere di bene. Non c’era vanità nel suo atteggiamento, anzi. Eppure l’invidia per la sua bontà spingeva alcuni ad accusarlo falsamente, e contro ogni logica. Sebbene il bene sia buono e bello, e noi ne siamo naturalmente attratti, quando incontriamo qualcuno più buono di noi, è possibile che invece dell’ammirazione nel nostro cuore nasca l’invidia. Questo è quanto in basso possiamo scendere quando seguiamo il nostro orgoglio. Davvero esso ci rende ciechi e ottusi. E se lo assecondiamo, l’orgoglio ci rende sempre più incapaci di essere perdonati. Non perché il Signore non possa, Lui può perdonare tutto. Ma rispetta così tanto la nostra libertà, che se rifiutiamo il suo perdono, se ci ostiniamo a non volerlo, non ci forza. Se non lo vogliamo accogliere, il Signore continua ad amarci facendosi da parte. E così ci attira con l’unica arma forte contro l’orgoglio: l’umiltà.
Abbi misericordia di noi, Signore, togli da noi il cuore di pietra e donaci un cuore veramente umano, libero di amare e di lasciarsi amare.
Dalle Ammonizioni [FF 157]
Dice l’Apostolo: «Nessuno può dire: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo», e ancora: «Non c’è chi fa il bene, non ce n’è neppure uno».
Perciò, chiunque invidia il suo fratello per il bene che il Signore dice e fa in lui, commette peccato di bestemmia, poiché invidia lo stesso Altissimo, il quale dice e fa ogni bene.
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