Questi saranno i segni
Mercoledì III Settimana del Tempo Ordinario
At 22,3-16 Sal 116 Mc 16,15-18
Conversione di San Paolo Apostolo, festa
L’apostolo Paolo è il solo santo di cui festeggiamo la conversione. Lui perseguitava i cristiani in nome di Dio. Non era un violento per natura, ma era intrappolato, accecato dalle sue convinzioni. Avrà provato molta riconoscenza, poi, per quella caduta misteriosa: un fallimento che lo ha “svegliato” dalla sua cecità e dalle sue schiavitù. A noi, generalmente, non piacciono le umiliazioni. Eppure, nella logica di Dio, talvolta sono quelle che aiutano a rendersi conto della realtà, a capire che non abbiamo in tasca la verità o, almeno, che ne vediamo solo una parte. Il ritrovarsi “a terra” a volte può aiutare a rientrare in sé stessi, rivedere il proprio modo di pensare, ripartire con maggior vigore, più esigenti verso sé stessi, meno intransigenti verso gli altri. Potremmo dire che anche questi sono i segni che accompagnano quelli che credono: l’umiltà di lasciarsi toccare e trasformare dalla grazia di Dio. È questa grazia che ci fa discepoli, che ci rende strumenti di bene anche per gli altri: per scacciare demoni, parlare lingue nuove, guarire i malati, come il Signore ci chiede.
Facci capire, o Padre, dove e come ci chiedi di cambiare.
Dallo Specchio di Perfezione [FF 1768]
Fedele servo e imitatore perfetto di Cristo, Francesco, sentendosi trasformato in Cristo principalmente per la virtù della santa umiltà, desiderava nei suoi fratelli l’umiltà sopra tutte le altre virtù, e li incoraggiava senza sosta e affettuosamente, con le parole e l’esempio, ad amarla, desiderarla, acquistarla e conservarla. Ammoniva specialmente i ministri e i predicatori, inducendoli a dedicarsi a opere di umiltà.
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