Fuori di sé
Sabato II Settimana del Tempo Ordinario
Eb 9,2-3.11-14 Sal 46 Mc 3,20-21
Sant’Agnese, vergine e martire – Memoria
Gesù si dedica tutto alla folla, dimenticandosi di se stesso, dei suoi bisogni, anche quelli primari, come il mangiare. Davvero, si può dire, Gesù è fuori di sé, perché svuota se stesso, completamente, per far spazio all’altro. È un’immagine che ci richiama quella di tante mamme che perdono il sonno per amore dei figli da accudire, di tanti papà che fanno più lavori per portare a casa il necessario per la famiglia. L’amore porta a perdersi per l’altro. Ma questo non è facile da accogliere. Soprattutto quando qualcuno ci mostra di farlo con semplicità e immediatezza, come, possiamo immaginare, era per Gesù. La sua spontaneità nel compiere il bene aveva lasciato senza parola anche i suoi genitori, quando, da bambino, si era “perso”, attardandosi per giorni nel tempio fra i dottori della Legge, per compiere la volontà del Padre suo.
Ma questo “essere fuori di sé”, ci insegna Gesù, è ciò che ci dà la vera gioia, che nasce nel dare più che nel ricevere, che riempie di vita chi perde la sua vita per amore dell’altro.
O Padre, donaci la grazia di essere “fuori di noi” come Gesù.
Dalla Vita di Santa Chiara vergine [FF 3233]
Questa venerabile abbadessa non soltanto amò le anime delle sue figlie, ma anche servì i loro fragili corpi con una grande attenzione di carità. Infatti spesso, durante il freddo della notte, copriva di propria mano quelle che dormivano ed ebbe riguardo per le invalide, che vedeva incapaci di conservare l’austerità comune, volendo che fossero contente di un regime di vita più moderato. Se qualcuna era turbata da una tentazione, se qualcun’altra, come può accadere, era presa da una mestizia, in segreto, chiamatele a sé, con lacrime le consolava. Talvolta si metteva ai piedi delle sofferenti per alleviare con carezze materne la forza del dolore.
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