“Taci!”
Martedì I Settimana del Tempo ordinario
Eb 2,5-12 Sal 8 Mc 1,21-28
La parola di Dio è così libera da essere autorevole: Gesù è l’interprete definitivo della Parola che sta insegnando. Non può essere una Parola tiepida, ma per sua natura è forte, limpida ed efficace. Obbedirle è l’unica via della pace e della libertà, fare quello che dice ci porta alla pienezza della vita. Noi, però, facciamo esperienza personale che “al momento presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa”, come leggiamo nella lettera agli Ebrei. Quanti atteggiamenti orgogliosi, pensieri non buoni sugli altri, abitudini viziose… ci tengono ancora legati e non liberi. Magari fossimo sottomessi alla Parola! Ringraziamo Dio che è tenace, non smette di cercarci e volerci bene anche quando noi gli diciamo più o meno direttamente “cosa vuoi? Vattene…”. Dobbiamo onestamente riconoscere che anche noi, abituati alla Parola, come l’uomo nella sinagoga, non siamo esenti da questo pericolo. Pensiamo solo a tutte le omissioni di preghiera: quante cose facciamo senza chiedere la Sua compagnia. Davvero ringraziamo Dio che fa uscire da noi il male e ne trae il bene, perché possiamo costruire con Lui il suo Regno.
Donaci, o Padre, il coraggio e l’umiltà di dire noi stessi “taci” ai nostri vizi e accogliere con fiducia la sofferenza che questo comporta.
Dalle Ammonizioni [FF 146-147]
Disse il Signore a Adamo: “Mangia pure i frutti di qualunque albero, ma dell’albero della scienza del bene e del male non ne mangiare”. Adamo poteva dunque mangiare i frutti di qualunque albero del Paradiso, egli, finché non contravvenne all’obbedienza, non peccò. Mangia infatti, dell’albero della scienza del bene colui che si appropria la sua volontà e si esalta per i beni che il Signore dice e opera in lui; e così, per suggestione del diavolo e per la trasgressione del comando, è diventato per lui il frutto della scienza del male. Bisogna perciò che ne sopporti la pena.
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