In mezzo a noi
Sabato, feria propria del 7 gennaio
1Gv 3,22-4,6 Sal 2 Mt 4,12-17.23-25
L’apostolo Giovanni ci richiama a essere vigilanti su ciò che abita il nostro cuore, a mettere alla prova i nostri desideri, i nostri pensieri, le nostre scelte, per scoprire se provengono veramente da Dio. E l’incarnazione di Gesù è il criterio che dobbiamo usare per questo discernimento. Riconoscere che Gesù Cristo è venuto nella carne, significa comprendere e accogliere che il nostro Dio si è fatto uomo, ha scelto di essere limitato, piccolo e fragile; ha scelto l’umiltà e il servizio, ha accolto l’umiliazione e la volontà del Padre, restituendo a Lui la vita in ogni momento, fino alla fine.
Gesù annuncia questa Buona Notizia, e ci chiama a rivolgere la nostra vita verso Dio che si è fatto vicino. Occorre l’impegno a guardarsi dentro con attenzione e pazienza, per ascoltare e seguire solo ciò che nel nostro cuore è suggerito da Dio, ciò che ci parla di umiltà, di servizio, di restituzione.
Grazie Signore, perché con la tua venuta hai illuminato le nostre tenebre e le nostre morti. Donaci la grazia di essere fedeli a questo cammino di conversione, di non stancarci mai di guardarci dentro perché giorno dopo giorno ogni cosa di noi si converta a Te.
Dalla Regola non bollata [FF 48]
Guardiamoci da ogni superbia e vana gloria, e difendiamoci dalla sapienza di questo mondo e dalla prudenza della carne. Lo spirito della carne, infatti, vuole e si preoccupa molto di possedere parole, ma poco di attuarle, e cerca non la religiosità e la santità interiore dello spirito, ma vuole e desidera una religiosità e una santità che appaia al di fuori agli uomini. Lo spirito del Signore invece (…) ricerca l’umiltà e la pazienza, la pura semplicità e la vera pace dello spirito, e sempre desidera sopra ogni cosa il divino timore e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.