Fuori sede
Mercoledì XXX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 6, 1-9 Sal 144 Lc 13,22-30
La salvezza che il Padre ci offre è un dono gratuito che riceviamo dalla sua bontà per mezzo di Gesù. Lui è il Figlio amato, obbediente fino alla fine, che offre la sua vita per restituirci la nostra, piena ed eterna. Capita forse anche a noi di pensare di essere, tutto sommato, migliori degli altri, di supporre che, in fondo in fondo, questa salvezza ce la meritiamo. Gesù è severo con questa supponenza. Ci dice che siamo fuori strada… anzi fuori “casa”. Corriamo il rischio di dover gridare: “Signore, aprici!”. Non che sia lui a mandarci fuori, ma noi che, con la nostra presunzione, ce ne allontaniamo. Il Signore è sempre pronto ad indicarci la strada del ritorno, sempre pronto a percorrerla insieme a noi. È la strada della vita buona del vangelo, è la porta stretta dell’umiltà e dell’amore. È la serena accoglienza della nostra povertà che ci rende più comprensivi anche verso quella degli altri. Se umilmente ci mettiamo in cammino, la sua salvezza ci raggiunge, la porta si spalanca. Così come si spalanca la vita, la speranza, la fraternità.
Aiutaci Signore a camminare ogni giorno nella certezza che ci attendi, ci ami e ci doni il tuo amore quando ancora non lo meritiamo affatto.
Dalle Testimonianze di Angelo Clareno [FF 2706/3]
“È necessario –diceva il beato Francesco- che ogni discepolo di Cristo rimiri Cristo e la sua croce, e sia corroborato nello spirito correndo dietro di lui attraverso la porta stretta e l’angusta via, e diventi non solo distaccato dall’amore e dal possesso di tutte le cose che sono sotto il cielo, ma perfettamente dimentico di esse”.
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