La Madre vicina
Giovedì XXIV Settimana del Tempo ordinario
Eb 5,7-9 Sal 30 Gv 19,25-27
Beata Vergine Maria Addolorata, memoria
“Gesù offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime”. Parole che provocano tristezza: una sofferenza intensa, ma non assurda, perché Gesù ne conosce il senso. Continua a riporre la sua fiducia nel Padre, confidando nella sua amorevole presenza. Si abbandona pienamente nelle braccia di Colui che lo sostiene e che non viene meno alle sue promesse. Sotto la croce c’è anche Maria. Anche lei, silenziosa ma amorevole, sostiene il dolore del Figlio, soffre con lui. La comunione profonda che c’è tra loro non ha bisogno di parole. Gesù a lei e al discepolo amato rivolge le sue parole. “Ecco tuo figlio… Ecco tua madre”. Oggi, contemplando la Croce, sentiamo rivolte anche a noi le parole di Gesù. Accogliamo ancora Maria come una madre vicina, silenziosa ma forte e premurosa. Affidiamole le nostre vicende, le nostre giornate, le gioie, i dolori nostri e di tanti fratelli. Con discrezione, lei ci custodisce, cammina al nostro fianco. Papa Francesco ci suggerisce di rivolgerle, con gratitudine, questa bella preghiera:
“Vergine Maria, grazie per aver accettato di essere madre quando l’angelo te lo ha chiesto. E grazie di aver accettato di essere madre quando Gesù te lo ha chiesto”.
Dalla Terza Lettera di Santa Chiara ad Agnese di Praga (FF 2892)
L’anima dell’uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità (…) In tal modo conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo.
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