Dal buio alla luce
Venerdì XXI Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 1,17-25 Ger 31,10-13 Mt 25,1-13
C’è un desiderio che dà senso, coraggio e forza, nella ricerca della pienezza della vita: incontrare il Signore, appartenergli. La parabola di oggi ci parla di dieci vergini desiderose di incontrare lo sposo, il Signore. Ci insegna che il desiderio ha bisogno di un cuore che sappia attendere. Lo sposo tarda, non sta a chi aspetta decidere i suoi tempi … ma, quando arriva, ecco un annuncio, si alza un grido nella notte: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” e, chi ha la luce, può alzarsi e mettersi per strada. Queste parole descrivono benissimo l’immagine dell’esistenza umana: la persona è chiamata ad uscire da spazi bui per andare verso la luce e per andare incontro alla vita stessa che è Dio. Dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita: un passaggio continuo che ha bisogno non soltanto di vigilanza, infatti tutte le dieci vergini si addormentano, ma di essere alimentato, di essere curato con pazienza e fedeltà, mentre la porta è ancora chiusa. Siamo chiamati alla responsabilità personale: un altro non può amare al posto mio, comprendere al posto mio, desiderare Dio per me. Se io non sono responsabile di me stesso, chi lo sarà per me? Prepariamo il nostro cuore perché sappia attendere e alimentiamolo, come fosse una lampada, per avere la forza e la luce necessaria per muoverci quando una voce annuncia il Signore, e così gioire nel vedere il Suo volto.
Signore, ti chiediamo di saper essere voce, perché ti possano raggiungere coloro che ti desiderano e cercano con cuore sincero.
Dalle lettere di S. Chiara di Assisi [FF 2876]
E non credere, e non lasciarti sedurre da nessuno che tentasse sviarti da questo proposito o metterti degli ostacoli su questa via, per impedirti di riportare all’Altissimo le tue promesse con quella perfezione alla quale ti invitò lo Spirito del Signore.
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