Restituire pazienza
Mercoledì XX Settimana del Tempo Ordinario
Ez 34,1-11 Sal 22 Mt 20,1-16
Capita anche a noi forse di ritrovarci lagnosi e scontenti come gli operai della prima ora? Forse quando siamo tutti intenti a emettere giudizi e calcoli, confronti e misure, con un cuore un po’ ristretto. Ma la giustizia del Vangelo non è mai ristretta, mai retributiva, lontana da calcoli e interessi. Perché è la “ingiusta giustizia” della misericordia di Dio, che si ostina a non escludere nessuno, a non chiudere mai le porte. Il Padre attendere sempre chi desidera avvicinarsi a Lui, anche quando lo fa tardi…verso le cinque del pomeriggio. Facciamo fatica a capire una pazienza così. Fin quando i destinatari non siamo proprio noi. Allora la capiamo, ne gustiamo la dolcezza e ne siamo consolati. Può farci bene allora ricordare spesso l’infinita pazienza che Dio ci ha già accordato, imparando a restituirla. In che modo? Prendendoci cura di chi rimane indietro, rendendo forti i fratelli deboli, fasciando le loro ferite, seguendo e imitando il Pastore buono, il Signore Gesù.
Donaci occhi nuovi, Signore, per saper guardare alla nostra storia e scoprirci destinatari del tuo amore immeritato e sovrabbondante.
Dalle Ammonizioni [FF 155]
Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione nell’ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna.
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